Gli appassionati di libri si dividono in tre categorie: ci sono quelli che hanno sempre praticato il bookcrossing, persino incosapevoli si chiamasse così; poi quelli che non cederebbero un loro libro nemmeno sotto tortura; infine, quelli che un giorno cambiano idea e timidamente si danno agli scambi, praticando appunto bookcrossing.
Votarsi al bookcrossing diventa quindi una specie di destinazione finale del lettore generoso e insaziabile, che impara a staccarsi da un proprio oggetto, con la consapevolezza di donare e ricevere ben più di qualche pagina scritta. In una parola, condivisione. Condivisione di libri liberati.
Per chi ancora non sapesse e non avesse capito o per chi ha le idee un po’ confuse sull’argomento, eccovi il fenomeno del bookcrossing: cos’è, come si pratica, dove e perché.
Cos’è il bookcrosssing?
26500 (circa) bookcrossers italiani già sanno cosa voglia dire “far viaggiare un libro” o “far attraversare un libro”, perché il bookcrossing in senso stretto ha delle regole molto precise, per cui è fondamentale l’uso del web: il libro liberato e munito con etichetta adesiva di un codice identificativo BCID è tracciabile durante il suo viaggio di mano in mano. Il crosser originario e tutti quelli a seguire possono sapere quanti e dove siano i nuovi amici del loro libro. Il libro viaggia, si sposta, porta le sue parole in giro e, nel frattempo, i bookcrosser ne hanno presi e liberati altri e altri ancora. Una sorta di biblioteca dai dati virtuali, in cui tutti possono dare e ricevere, ecco di cosa si tratta.
Quando nasce?
L’idea nacque negli usa intorno al 2001 e, fra alti, bassi e battute d’arresto, continua ad appassionare lettori di tutto il mondo. Per essere un bookcrosser, è necessario iscriversi sulla piattaforma web e da lì apprendere le regole per una pratica ottimale. I luoghi preposti per liberare un libro, dopo che è stato munito di identificativo, sono fra i più disparati: sale d’attesa ospedaliere, musei, locali pubblici aderenti all’iniziativa. Le zone sono poi censite e indicate sulla piattaforma, sotto il nome di zone OCZ o OBCZ.
Ti do un libro, Mi dai un libro
L’idea della condivisione, però, ha anche un risvolto più semplice e spontaneo: un bookcrossing in senso lato – Ti do un libro, Mi dai un libro – è sicuramente più diffuso di quanto si possa pensare. Lo scambio culturale è uno dei primi sintomi di apertura mentale. Chi vuole condividere un testo che ha amato e ricevere in cambio qualcosa che non ha mai letto può trovare soddisfazione in una miriade di posti: associazioni culturali, punti di ristoro, biblioteche. Senza codici e tracciabilità varie, l’appassionato di libri va, lascia e prende.
Uno di questi posti, per esempio, è proprio il Prima Classe di Ragusa, che ha un angolo dedicato ai libri liberati da prendere e lasciare come si vuole.
E tu, che appassionato di libri sei? Se ti piace l’idea di regalare un tuo libro, magari con qualche piccolo appunto per chi lo prenderà in seguito, e a tua volta acquisirne un altro, non ti resta che provare la stuzzicante avventura del bookcrossing firmato Prima Classe.
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